Ci occupiamo della fornitura e della giusta scelta dei collanti adatti alle più disparate esigenze utilizzando prodotti durabili nel tempo a basse emissioni di V.O.C. in modo da aumentare la salubrità degli ambienti.
La posa in opera delle piastrelle viene fatta con l’utilizzo dei collanti.
Oggi, sia per pavimento che per rivestimento, prevale l’incollaggio della piastrella con prodotti specifici al fondo solido e asciutto preparato in precedenza e sufficientemente stagionato (massetto);
A questo metodo si accompagna solitamente la realizzazione di fughe di larghezza appropriata al tipo e dimensione della piastrella.
Questa tecnica ha il vantaggio di eliminare il rischio di presa non avvenuta in qualche punto del pavimento, e risulta più sicura, perché i moderni adesivi contengono speciali additivi che li rendono più elastici e tenaci del semplice cemento. In particolare, il cemento avrebbe scarsa adesione su materiali non porosi come il grés.
In commercio ne esistono tantissimi ma per scegliere il collante adatto alle nostre esigenze bisogna valutare alcuni fattori quali la natura della piastrella che andiamo a posare, il supporto sul quale viene incollata, il traffico al quale sarà sottoposta ecc.
Tutti i collanti sono classificati secondo la norma EN 12004 ed in base ad essa devono ottenere la marcatura di conformità.
La norma EN 12004 emessa dal CEN (Comitato Europeo di Normalizzazione) ha lo scopo di classificare gli adesivi per ceramica e per materiali lapidei; attraverso di essa vengono individuati i requisiti minimi del prodotto ed i metodi di prova che consentono poi di classificare i materiali sulla base delle prestazioni riscontrate.
La sigla associata ad un collante facilita quindi la scelta del prodotto in funzione del tipo di applicazione necessaria.
Infatti in essa vengono indicate composizione chimica, classe di prestazioni e caratteristiche opzionali del materiale secondo le modalità riassunte nella tabella che segue:
La posa con collante, deve essere effettuata tenendo conto delle caratteristiche del materiale e delle condizioni di esercizio:
- Nel caso di piastrelle di grès porcellanato o di grande formato, si deve prescrivere l’impiego di adesivi migliorati.
- Nel caso di posa su supporti con alta flessibilità e deformabilità, si deve prescrivere un adesivo con deformazione trasversale, ad esempio di classe S1 o S2.
- Nel caso di supporti a base di gesso è bene prevedere l’applicazione di un primer o l’uso di adesivi senza cemento.
La tecnica di posa a DOPPIA SPALMATURA (che prevede l’applicazione dell’adesivo sia sulla superficie di posa, sia sul retro della piastrella), sarà prescritta in caso di impiego di piastrelle di grande formato (superiore al 30×30) e in ambienti con alti livelli di sollecitazione.
La scelta della posa a giunto unito o a giunto aperto ha importanti ripercussioni sull’aspetto estetico della piastrellatura: la posa a giunto unito permette di ottenere una superficie più uniforme e continua, mentre le fughe che si realizzano nella posa a giunto aperto inseriscono ed evidenziano sulla superficie piastrellata una
trama, che, date le possibilità cromatiche che esistono con i materiali di riempimento, può anche assumere un significato
estetico.
La posa a giunto aperto detta anche “fugata” è più laboriosa, quindi anche più costosa, ma deve essere prescritta nel caso di:
- piastrelle estruse (cotto, klinker);
- piastrelle di grande dimensione;
- piastrelle esposte a livelli di sollecitazione meccanica e igrotermica;
- piastrellature con esigenze particolari di pulibilità e igiene.
Questo tipo di posa permette di ridurre sensibilmente il modulo di elasticità, e quindi la rigidità, dello strato di rivestimento, impedendo in misura relativamente efficace i rischi di sollevamento o distacco dei pavimenti; inoltre, rende meno influenti eventuali differenze dimensionali fra le piastrelle, migliorando la qualità estetica della superficie. Permette di controllare meglio il regolare e durevole riempimento delle fughe, evitando il rischio di distacco di parte del riempimento, con la conseguente penetrazione di sporco, acqua e sostanze potenzialmente aggresive.
Le Fughe
La fugatura è l’operazione che viene fatta dopo la posa del pavimento a indurimento avvenuto. La funzione della fuga è quella di riempire tutti i giunti e gli eventuali interstizi rimasti vuoti. Oltre alla sua funzione estetica deve avere una buona idrorepellenza in modo da facilitare le operazioni di pulizia e un basso coefficiente di assorbimento per evitare la formazione di efflorescenze o muffe che risulterebbero antiestetiche provocando anche effetti negativi sull’inquinamento indoor.
La fuga adatta va scelta in base alle caratteristiche del pavimneto o rivestimento posato, al luogo di applicazione nonché alle condizioni di esercizio.
Le fughe possono essere cementizie o epossidiche.
Quelle cementizie sono costituite da una miscela di cemento inerti a granulometria selezionata additivi speciali resine sintetiche e pigmenti.
Vengono classificate dalla normativa EN 13888 in:
- CG 1 classe normale adatte ad un uso residenziale e commerciale dove non c’è un transito eccessivo;
- CG2 classe migliorata adatte dove c’è la presenza di forte umidità o sbalzi termici e traffico intenso. Le fughe appartenenti a questa classe sono anche rapide e quindi velocizzano le operazioni di posa in opera;
- CG2 W classe speciale a basso assorbimento d’acqua ad esempio per le piscine dove la fuga è immersa costantemente in acqua;
- CG2 WA classe speciale ad alta resistenza all’abrasione dove c’è un traffico ancora più intenso come nei supermercati.
Quando sono invece richieste caratteristiche specifiche di resistenza agli acidi e di igenicità trovano largo impiego le epossidiche costituite da resine epossidiche sabbie silicee, pigmenti ed altri componenti speciali.
Anch’esse hanno un alto valore estetico ma con un assorbimento nullo motivo per cui vengono sempre più usate all’interno delle abitazioni.
In base alla precedente normativa abbiamo una sola classe
-RG Reattiva per Fughe